È una regola sempre valida: maggiore è il rischio, maggiore è il potenziale guadagno. Gli investimenti il cui valore è instabile, sono quelli in grado di produrre i più alti ritorni; i rendimenti certi, invece, sono molto bassi. In termini finanziari, questo è ciò che viene definito il “rapporto rischio/rendimento”, o “premio di rischio” dei titoli.
Una questione di scelte. Quanto desideri che sia il tuo potenziale guadagno? Se cerchi rendimenti medi del 10% annuo o più, per esempio, devi puntare sulle azioni o sui fondi comuni, i cui prezzi di mercato però salgono e scendono. Se ti basta il 4%, è sono meglio i più tranquilli titoli di Stato.
Il lato buono della questione è che l'orizzonte temporale ti aiuterà nella scelta. Con un obiettivo di lungo periodo, puoi puntare ad alti rendimenti diminuendo il rischio. Per il momento, vediamo cosa può succedere se non metti la propensione al rischio in relazione a precisi obiettivi.
Immagina di aver investito 10 milioni, su consiglio di un amico che reputi esperto, in un'azione quotata in Borsa. Dopo poche settimane il valore del tuo investimento è sceso a 8 milioni. Hai già perso due milioni! La fiducia nell'amico “esperto” crolla e ti domandi se non sia meglio vendere ora, per limitare i danni e mettere il denaro restante in un sicuro Buono postale. La tua propensione al rischio è velocemente diventata pari a zero.
Il problema è che hai investito con poca consapevolezza e nessun obiettivo. E stai per fare un altro passo sulla stessa strada, vendendo in perdita.
Prima di decidere quale investimento intraprendere ci sono invece, almeno tre domande alle quali devi essere in grado di dare una risposta:
– Che funzione ha nel tuo budget attuale questo denaro?
– Cosa vuoi ottenere dall'investimento?
– Per quanto tempo puoi tenere il denaro immobilizzato?
Il denaro che serve alle tue spese correnti, o di cui comunque potresti aver bisogno tra poco, va parcheggiato in investimenti cosiddetti “liquidi” o “monetari”, come le obbligazioni e i titoli di Stato a breve scadenza. Sono gli impieghi meno rischiosi in assoluto. Naturalmente, sono anche i meno remunerativi. Oggi, ottenere su questo genere di titoli il 4% annuo rappresenta già una buona performance. A investimenti che hanno un maggiore grado di rischio va destinato solo il denaro di cui pensi di poter fare a meno per qualche tempo. Se vuoi ottenere un reddito costante, attraverso un flusso di cedole fisse, ti conviene sottoscrivere obbligazioni o titoli di Stato a lunga scadenza. Offrono rendimenti migliori rispetto agli impieghi monetari. Anche il loro grado di rischio è leggermente superiore, perché i prezzi di questi titoli oscillano. Ma si tratta sempre di rischi contenuti e che, in ogni caso, non interessano il sottoscrittore che tiene i titoli fino alla scadenza.