Come ormai sappiamo le borse hanno movimenti ciclici. Esistono fasi di mercato dove è possibile prevedere un rialzo o un ribasso dei prezzi. Studiando queste fasi è possibile fare ottimi investimenti. Osserviamo bene le fasi dei mercati.
Nel dopoguerra, quando gli americani iniziarono a dominare le borse europee, importarono nel Vecchio Continente anche i simboli dell’orso e del toro.
La simbologia in questione tra origine dal comportamento dei due animali: infatti, il toro solleva il suo avversario con le corna proprio come in un Mercato Toro le quotazioni vanno al rialzo, grazie all’euforia d’acquisto degli operatori di Borsa, mentre il Mercato Orso mette a terra il suo avversario con una zampata proprio come succede in un “mercato orso”, in cui gli operatori, prevedendo un declino dei prezzi, con i loro ordini di vendita provocano un prolungato abbassamento dei prezzi.
Per quantificare la questione, si è definito “mercato orso” quello in cui i maggiori indici azionari subiscono un calo di almeno venti punti percentuali. Il “mercato orso” avrebbe persino una sua ciclicità calcolata in circa cinque anni (si tratta ovviamente di un calcolo empirico, quindi non è certo). La stima deriverebbe dalla considerazione che dal 1956 un “mercato orso” si è verificato in media una volta ogni cinque anni. Durante il periodo “orso”, l’economia si trova in difficoltà per il deprezzamento dei valori delle aziende che le azioni rappresentano: saper fiutare però quando sta per finire il periodo “orso” è invece un grande talento di alcuni investitori. Comprare alla fine di un periodo “orso” significa comprare azioni al minimo del loro prezzo e avere fortissime probabilità di una rivalutazione in breve tempo; ma non è così semplice come potrebbe sembrare.
Le fasi dei mercati finanziari
Il grande investitore Charles Dow paragonava gli andamenti di Borsa alle maree: un indice di Borsa o il prezzo di un titolo rispecchia un ciclo al rialzo quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre maggiori e, viceversa, rispecchia un ciclo al ribasso quando le fluttuazioni successive toccano livelli sempre minori. La teoria spiega che nel mercato agiscono in contemporanea tre tipi di movimento.
Vediamoli nel dettaglio.
1) Movimento primario (marea). Si tratta della tendenza principale, per la quale un mercato viene definito “mercato toro” (ma anche bullish o rialzista), oppure “mercato orso” (bearsi o ribassista). Se il mercato realizza dei massimi e dei minimi ascendenti il trend primario è al rialzo, se al contrario realizza dei massimi e dei minimi discendenti, allora è al ribasso. Tale movimento dura in genere da diversi mesi ad alcuni anni.
2) Movimenti secondari (onde). Essi possono durare da tre settimane a molti mesi: si verificano nell’ambito di un trend primario e rappresentano la cosiddetta “correzione”, vale a dire un’inversione di tendenza di una certa durata, nell’arco della quale le quotazioni hanno un’ampiezza che va da un terzo (33%) a due terzi (66%) della distanza coperta dal precedente movimento. I movimenti secondari sono composti da un certo numero di movimenti minori.
3) Movimenti terziari o minori (frangenti delle onde). Sono dei rialzi o dei ribassi di mercato che durano da diversi giorni ad alcune settimane. La teoria sostiene che, siccome i prezzi nel breve termine sono soggetti a speculazione, i movimenti minori possono essere trascurati; ogni movimento primario si suddivide a sua volta in tre fasi per cui ogni ciclo economico è composto da un totale di sei fasi.
Le sei fasi dei movimenti terziari
A) Accumulazione. Quando la maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato al ribasso, le mani forti (gli investitori professionisti) iniziano ad acquistare a prezzi convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista risulti ormai in esaurimento. In questa fase molti investitori pensano che le cose possono solo peggiorare.
B) Espansione. Sopraggiunge una seconda fase in cui si realizza una vera e propria ripresa economica. Si diffonde nell’ambiente finanziario la convinzione che un nuovo mercato toro ha avuto inizio, le quotazioni salgono e comincia e serpeggiare l’ottimismo.
C) Speculazione. È la fase finale del mercato primario toro segnata dall’eccesso di fiducia degli investitori. L’ottimismo è ormai alle stelle e si assiste a una rapidissima crescita delle quotazioni che raggiungono valori a dir poco folli.
D) Distribuzione. È la fase opposta a quella di accumulazione. Le mani forti comprendono che il mercato toro è giunto ormai alla fine e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni perché il rischio degli investimenti diventa sempre più alto.
E) Ribasso. La seconda fase di un mercato orso inizia quando all’incertezza subentra il pessimismo e la paura. In questa fase si verifica il declino delle attività economiche e dei profitti; si manifesta, inoltre, all’improvviso un brutto declino dei prezzi.
F) Panico. Nella terza e ultima fase la caduta dei prezzi diventa verticale e i volumi raggiungono livelli davvero elevati. Le azioni diventano carta straccia.
In conclusione, c’è da dire che nella lotta tra orso e toro esistono ancora due fasi di mercato che mettono a dura prova la pazienza degli investitori: si tratta delle fasi sideways, ovvero un prolungato movimento di tipo laterale, e di congestione, in cui i prezzi tendono a oscillare in una banda di valori molto ristretta.
Scritto da Simone Ricci – Fonte: borsaedintorni.it