Gli ETF (acronimo di exchange-traded fund) non sono altro che fondi comuni di investimeno o Sicav negoziati in Borsa e caratterizzati da una gestione passiva, il che vuol dire che non fanno altro che replicare pari pari l’andamento di un determinato indice, ad esempio la Borsa italiana o il prezzo dell’oro.
Attraverso un ETF il risparmiatore può quindi investire in un determinato mercato finanziario o asset class, ad esempio liquidità, mercati obbligazionari, mercati azionari e materie prime, con grande facilità e a costi contenuti.
Quali sono i vantaggi?
Questi strumenti convengono due volte, perché godono delle qualità dei titoli azionari e dei fondi comuni di investimento (senza ereditarne i loro punti deboli).
Come i titoli azionari, ma a differenza dei fondi comuni, gli ETF vengono scambiati di continuo, quindi possono essere acquistati e venduti anche durante la stessa giornata, in modo semplice e a prezzi perfettamente noti. Emerge la liquidità dello strumento, caratteristica a cui noi di Advise Only diamo sempre molta importanza, e di cui abbiamo già parlato in questo blog, ad esempio qui: “Rischio liquidità per i risparmiatori: quello che la vostra banca non vi dirà mai“.
Il lotto minimo negoziabile è di una azione/quota quindi, lo strumento è estremamente accessibile: anche il piccolo risparmiatore può godere dei vantaggi dello strumento, proprio come i grandi investitori istituzionali.
La gestione, come dicevamo, è passiva. Si replica l’indice, non si cerca di battere (obiettivo dei fondi comuni). Questo fa sì che questi strumenti presentino commissioni di gestione molto ridotte e nessuna commissione di ingresso, di uscita o performance. Le commissioni totali annue (il TER) saranno al massimo dell’1,5% e devono essere pagate in proporzione al periodo di detenzione dell’ETF.
Proprio come per i fondi comuni e le SGR (società di gestione del risparmio) il patrimonio dell’ETF è autonomo e completamente separato da quello dell’emittente. Questo elemento non è da sottovalutare: azzera il rischio emittente, rendendo lo strumento più sicuro rispetto ad altre forme d’investimento, ad esempio le obbligazioni corporate e, ahinoi, ultimamente anche i titoli di Stato.
Un’altra caratteristica che l’ETF eredita dai fondi, è la possibilità per l’investitore di prendere una posizione su di un indice/settore/area geografica attraverso una sola operazione di acquisto o di vendita. L’obiettivo è ottenere un rendimento molto simile a quello dell’indice di riferimento, senza comprare singolarmente tutti i titoli appartenenti a quel comparto. Ad esempio, voglio prendere posizione sull’azionario cinese? Non devo comprare necessariamente un paniere di titoli rappresentativi dell’indice, con costi elevati e rischio di stock picking errato (scelta dei singoli titoli, ecc…), limiti nei lotti minimi di acquisto, ecc… ma piuttosto compro l’ETF, che replica l’intero indice della borsa cinese e basta.