In questo momento sul mercato c’è tanta liquidità, l’incertezza però è ancora maggiore. Si sentono pareri di tutti i generi. Alcuni sono convinti di conoscere la verità con assoluta certezza, ma così non è. Certo su migliaia di diversi pareri qualcuno ci azzeccherà ma si tratta di un dato più statistico che altro. Si passa quindi da un eccesso di pessimismo ad un eccesso di ottimismo.
Chi vede tutto nero afferma che il mondo ormai è cambiato in peggio, molti affermano che questa volta è diverso ma si diceva anche durante il crollo del mercato azionario nel 1987, il disastro giapponese del 1990, la crisi del mercato obbligazionario del 1994, la crisi russa del 1998 e il crollo del Nasdaq nel 2000.
Dall’altra parte del fiume dell'incertezza ci sono gli ottimisti che fanno notare come gli interventi dei governi nel post 2008 siano stati efficaci e decisi, che molte aziende hanno approfittato della situazione per sistemare i conti e le aree di inefficienza, che le società hanno ripreso a fare utili , che le valutazioni dei titoli sono oggi interessanti.
Chi ha ragione non è dato saperlo, o per lo meno sarà il tempo a dirlo. In questo scenario evolutivo si assiste a fenomeni singolari che alle volte non sono così razionali. Moltissimi, provati da quest’ultimo decennio di estrema difficoltà dei mercati azionari, decidono di non prendersi nessun tipo di rischio (o pensano di non assumersi rischi) parcheggiando denaro che non è praticamente remunerato. La ricerca del presunto rischio zero è ormai costante così come la corsa verso il mercato obbligazionario che ha dato buone soddisfazioni negli ultimi anni. Se c’è una semplice lezione che possiamo aver appreso, anche grazie alle teorie di finanza comportamentale, è quella di non seguire il gregge e cercare di andare controcorrente rispetto alla massa.
In questo momento i flussi di capitale si stanno spostando anche verso il mercato dei bond come dimostrano i dati raccolti degli ultimi mesi e anni. Occorre quindi tenere le antenne alzate e riflettere perché la stessa euforia era presente verso le azioni nel 2007 oppure nel 2000. Questo può voler dire, per chi ha il giusto orizzonte temporale e la capacità di reggere possibili ribassi nel breve periodo, che il mondo delle azioni potrebbe diventare interessante nei prossimi anni. Chi ha il coraggio di andare oltre e non seguire la massa potrebbe beneficiare di un mercato, quello dell’equity, che oggi è tanto bistrattato.