Come ogni prezzo, anche il tasso di cambio si discosta dalla base di costo in seguito all’influenza della domanda e dell’offerta di moneta. Il rapporto tra la domanda e l’offerta dipende da diversi fattori, che rientrano anche in altre categorie economiche, come ad esempio il costo, il prezzo, gli interessi, la bilancia dei pagamenti, ecc. Possiamo sicuramente vedere una grande quantità di fattori decisivi che possono essere in grado di influenzare il tasso di cambio.
Fra questi fattori possiamo andare ad elencare uno dei principali, ovvero l’inflazione.
Il tasso di inflazione, ovvero il rapporto tra le moneta e il loro potere d’acquisto serve come una sorta di asse del tasso di cambio, sul quale si riflette la legge del valore. Ecco perché il tasso d’inflazione ha un grande impatto sul tasso di cambio. A parità di altre condizioni il tasso di inflazione nel paese è inversamente proporzionale all’impatto che esso ha sul valore della moneta nazionale. Questo equivale a dire che un aumento dell’inflazione in un dato paese porta ad una riduzione del valore della sua moneta nazionale, e viceversa.
Il deprezzamento della moneta in seguito a delle pressioni inflazionistiche riduce il potere d’acquisto di quella moneta e crea una tendenza verso un calo dei tassi di cambio di quella moneta rispetto alle valute di altri paesi in cui il tasso di inflazione è più basso.
L’allineamento del tasso di cambio alla parità del potere d’acquisto si verifica entro due anni. Questo perché la quotazione giornaliera dei tassi di cambio non viene corretta sulla base del loro potere d’acquisto, poiché bisogna andare a considerare anche altri fattori.
E’ tuttavia fondamentale considerare l’inflazione nella definizione di un tasso di cambio dato che è qualche cosa con cui ci si trova sempre a che fare. Le figure che sono adibite a combattere i tassi di inflazione sono le banche centrali dei vari paesi, come ad esempio la FED per gli Stati Uniti e la BCE per la zona euro.