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Il prezzo dell’oro sale. Come investire online sul bene rifugio?

L’oro è un metallo prezioso estremamente importante, dall’enorme valore commerciale. Oggi come oggi, l’oro è anche un asset su cui poter investire in modo semplice ed è un bene rifugio, perché riesce a preservare sempre un certo valore, che rimane immune da picchi di discesa molto forti.

L’oro è sempre considerato un bene ottimale da avere nel portafoglio di investimenti, soprattutto nei periodi di alta inflazione. Si tratta di un prodotto senza rendita e senza un grandissimo aumento di capitale, ma comunque abbastanza sicuro soprattutto in periodi economici come quelli che stiamo vivendo.

Sono tanti i motivi che possono portare una persona ad investire nell’oro: in primis la sua natura (è un bene resistente, indistruttibile, è un bene rifugio al riparo dalle evenienze politiche economiche dei Paesi, non perde mai valore). Tuttavia, come ogni altro bene, anche l’oro è sottoposto a delle quotazioni che possono cambiare nel corso del tempo e che sono legate a diversi fattori. Se, quindi, si possiede questo prodotto nel proprio portafoglio di investimenti è importante capire quando e perché l’oro sale e scende e quindi cercare di prevedere gli andamenti di mercato per comprendere quando vendere e quando acquistare.

La quotazione ufficiale dell’oro viene fissata ai tavoli del Bullion Market Association, che si trova a Londra, due volte al giorno. Il paradigma per tutti è l’oro puro 24 carati ed è il punto di riferimento per tutte le transazioni del mercato che riguardano l’oro. Conoscere i fattori che determinano il prezzo di questo bene prezioso è fondamentale per capire tutte le sfaccettature dell’oro: quando sale e quando, invece, scende il valore e gestire al meglio i propri investimenti.

Indice dei contenuti

I fattori che influenzano la quotazione dell’oro

Innanzitutto, l’oro è presente sul mercato come bene rifugio. Si tratta quindi di un bene che mantiene un valore bene o male stabile, anche laddove si verifichino degli sconquassamenti a livello politico, sociale, economico. In questi casi, il valore dell’oro tende a salire.

Il valore dell’oro segue anche alcuni fattori “interni” al mercato, in primis l’andamento della quotazione del dollaro americano; a livello di borsa, infatti, l’oro viene scambiato in dollari (si parla non a caso di prezzo dei dollari per oncia d’oro). Quindi, nell’ipotesi in cui il dollaro americano salga di valore (e di conseguenza serva meno denaro per acquistare l’oncia d’oro) il prezzo scenderà, e viceversa.

Non a caso l’oro e le sue quotazioni sono strettamente connesse al mercato borsistico americano e all’economia statunitense. Possiamo quindi sostenere, per capire esattamente l’oro quando sale, che ciò avviene quando il dollaro americano perde valore.
Per valutare i fattori che influiscono sul prezzo dell’oro bisogna tenere d’occhio anche l’andamento del petrolio, un altro bene il cui valore tende a salire proprio quando vi sono degli sconvolgimenti socio-politici. Ecco, quindi, che l’aumento del prezzo del petrolio corrisponde alla diminuzione di valore del dollaro americano; come abbiamo detto, quest’ultima situazione è connessa al rialzo dei prezzi dei beni quotati in dollari e fra di essi abbiamo anche l’oro. Di conseguenza, generalmente, un rialzo del prezzo del petrolio corrisponde al rialzo del valore dell’oro.
Non bisogna dimenticare poi che anche la speculazione ha un suo ruolo nel gestire il valore dell’oro sul mercato e, quindi, spiega il perché aumenta di valore e perché scende. Le operazioni di speculazione che conducono ad una massiccia vendita di oro portano altri fondi alla vendita del prodotto e, conseguentemente, all’abbassamento del prezzo dell’oro. Quello è, evidentemente, il momento di acquistare.
Il momento migliore per vendere l’oro non è fissabile a priori. Leggere e conoscere il mercato è indispensabile, ma non si può controllare il mercato.
Bisogna sempre guardare al momento favorevole, fare previsioni sull’andamento del valore dell’oro è aleatorio e complesso. Non sappiamo quanto potrebbe valere l’oro fra un mese o un anno; se vedi che il prezzo è alto, vendi, se vedi che è basso, compra.

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Investire nell'oro è sicuro?

Per gran parte della nostra storia, oro e denaro sono state due entità quasi identiche. L’equazione ha iniziato a frammentarsi con l’introduzione della carta-moneta, per poi scomparire del tutto quando le economie occidentali hanno abbandonato il sistema monetario aureo (detto anche gold standard). Da quel momento in poi le riserve monetarie non dovettero più essere garantite da depositi in oro presso le banche centrali.

Anche senza il collegamento con le valute, l’oro continua a esercitare un notevole fascino sugli investitori grazie all’impiego quale salvadanaio di valore. Tradizionalmente, infatti, il metallo giallo è visto come un limite all’inflazione, visto che tende a conservare bene il proprio valore anche in contesti di aumento dei prezzi.

L'oro è buon investimento?

L’oro occupa a buona ragione un posto nel portafogli d’investimento. A volte conviene trattenerne solo una piccola quantità, solo per diversificare il rischio. Durante i periodi di alta inflazione si può aumentare il suo peso in portafoglio. Normalmente, però, dovrebbe essere valutato in base a pregi e difetti proprio come qualsiasi altro investimento. La mancanza di rendita e la limitata capacità di aumentare il capitale (escluse le fasi di stress finanziario) ne riducono il potenziale rispetto alle azioni e ad altri tipi di asset.

L’oro annovera i suoi più devoti sostenitori tra coloro che lo considerano un elemento imprescindibile di qualsiasi strategia d’investimento, ma come tanti altri fedeli anche gli ammiratori del metallo giallo spesso perdono di vista il quadro generale. La loro propensione a stipare oro contro ogni supposta tempesta inflazionistica in arrivo li induce a trascurare altri asset che consentono profitti maggiori come le azioni.

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Oro e le banche centrali

Le banche centrali posseggono grandi quantità di riserve auree (anche se la quantità fluttua). Da un certo punto di vista, si tratta di un’eredità dell’epoca in cui le valute si potevano scambiare con l’oro; gli Stati Uniti posero fine alla convertibilità del dollaro durante gli anni Settanta. Oggi, anche se l’oro continua a espletare quella funzione di garanzia valutaria pensata in origine, la forza economica della nazione ha molta più importanza.

Acquisti e vendite d’oro da parte degli istituti nazionali di credito possono ovviamente agire quali fattori di fluttuazione dei prezzi, ma la rivelazione nel luglio 2015 che le riserve auree della Cina erano lontane dalla quantità precedentemente stimata ha giocato un ruolo importante rispetto al crollo del prezzo che ne è seguito.

L’oro e il Dollaro USA

Il modo classico di misurare il valore dell’oro è esprimendo il prezzo in dollari americani per ogni oncia di metallo, ad esempio $1200/oz (un’oncia equivale a 28 grammi). Il dollaro americano e il prezzo dell’oro hanno un rapporto inversamente proporzionale; quando il biglietto verde statunitense si apprezza, la quotazione dell’oro scende, poiché il dollaro aumenta il proprio potere d’acquisto. Il prezzo dell’oro scende anche quando aumenta il rendimento dei titoli di Stato, soprattutto i buoni del Tesoro americano a 10 anni, che sono da più parti considerati come il punto di riferimento assoluto del rendimento.

A differenza di altre forme d’investimento, l’oro non paga interessi. In un contesto con bassi tassi d’interesse, che normalmente si realizza in periodi d’incertezza economica, l’oro tende a fare bene perché gli investitori tendono ad acquistarne di più perché lo ritengono ottima riserva di valore. Quando tassi d’interesse e rendimenti cominciano a salire, invece, l’oro conosce perfomances peggiori, poiché gli investitori preferiscono investimenti a maggiore rendimento.

Oro, domanda e offerta

Nonostante l’industria mineraria sia un business globale, l’ammontare di produzione annua è ancora ridotta, se si considerano le migliaia di tonnellate di metalli base minati ogni anno. Comunque, anche se il prezzo è crollato, la produzione ha toccato nuovi livelli record, oltre 3000 tonnellate nel 2014 rispetto alle 2400 tonnellate registrate nel 2008. Questo è in parte dovuto al fatto che le aziende minerarie stentano a tenere il passo con la domanda, soprattutto in relazione alla produzione passata; montagne di debiti, accumulati durante gli anni del boom quando il prezzo non faceva altro che salire, devono ancora essere saldati, quindi anche se adesso il prezzo è in caduta libera la produzione continua ad aumentare. Il più grande produttore al mondo è la Cina, che nel 2014 ha messo sul mercato il 15% della produzione globale, a cui si aggiunge un 20% minato in Africa e un 14% dalla Russia e Paesi vicini. Uno dei motivi per cui la Cina è diventata leader mondiale è la forte domanda popolare interna.

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Sono quattro le aree che guidano la domanda di oro: l’oreficeria, la tecnologia, l’uso per investimenti e le richieste delle banche centrali. Quest’ultimo uso è stato già menzionato, mentre il penultimo sarà discusso in chiusura di questo articolo, quindi passiamo al settore che tradizionalmente guidava la domanda. L’oreficeria rappresenta la domanda ‘classica’ di oro, specialmente in India e in Cina dove i gioielli in oro hanno valutazione superiore agli altri. La domanda dal settore tecnologico continua ad aumentare, grazie alla possibilità di usare il metallo giallo come conduttore di elettricità. Ogni processore informatico richiede l’utilizzo dell’oro, creando una richiesta bassa, ma stabile.

Come fare trading sull’oro

Quando si decide di fare trading sull’oro, è importante ricordare che ci sono diversi modi per comprare e vendere il metallo. Il primo è l’acquisto materiale del bene, sia in forma di lingotti che di monete, normalmente sterline. Si tratta del metodo più antico, ma anche del più costoso poiché bisogna considerare i costi per la conservazione del bene. Il mercato è anche molto meno liquido, fattore che può condurre a un rapido aumento dei costi di transazione.

Il secondo metodo è tramite un ETF (Exchange Traded Fund), un fondo indicizzato per la compravendita dell’oro. Questo strumento è congegnato per tracciare il prezzo dell’oro sui mercati globali. Ha il vantaggio di essere uno strumento liquido, con bassi costi transazionali. Per gli investitori privati, questo è forse il modo più semplice ed efficiente di acquisire esposizione sul mercato dell’oro.

Il terzo metodo è l’uso dei CFD, i contratti per differenza. Questi offrono gli stessi vantaggi degli ETF: le transazioni sono rapide e hanno costi inferiori. In questo caso si tratta di prodotti a leva, vanno dunque affrontati con attenzione per evitare d’incorrere rapidamente in perdite. I CFD consentono agli investitori di maturare profitti sia che il prezzo salga che scenda, aprendo posizioni long o short.

In conclusione, si può fare trading sull’oro anche acquistando o cedendo pacchetti azionari delle industrie minerarie. Il valore delle azioni è ovviamente correlato a quello dell’oro e rappresenta un modo interessante per speculare sull’oro, tenendo in considerazione i livelli di produzione, i margini di profitto e altri dati fondamentali.

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L'amministratore e proprietario del portale www.investire-online.com è Simone Mordenti, analista finanziario, trader con oltre 10 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e valute, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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